lunedì 20 maggio 2019

La Critica del Giudizio




In questa terza Critica kantiana il filosofo sottopone a indagine la facoltà del sentimento o del giudizio intesa come organo dei giudizi riflettenti che: 

-si distinguono dai giudizi dell'intelletto che sono giudizi determinanti, ossia determinano l'oggetto fenomenico

I giudizi del sentimento, sono giudizi riflettenti, ossia si limitano a riflettere sull'oggetto già costruito. Essi si dividono a loro volta in:
- giudizi estetici che riguardano il rapporto tra il soggetto e la rappresentazione dell'oggetto e ne valutano l'accordo;
- giudizi teleologici che colgono l'ordine finalistico interno agli oggetti stessi;


Il sublime

Il sublime è un sentimento dell'illimitato che può essere di due tipi:
  • matematico ha per oggetto la grandezza della natura (immensità del cielo)
  • dinamico nasce, di fronte alla potenza della natura (terremoti, tempeste)
Sia il bello che il sublime piacciono per se stessi, ma mentre il bello riguarda la forma dell'oggetto che consiste nella sua limitatezza, il sublime, trovandosi in qualcosa privo di forma, provoca la rappresentazione dell'illimitatezza (piacere e terrore contemporaneamente).



Il giudizio teleologico

I giudizi teleologici rispondono alla domanda "che scopo ha?" "qual'è la sua funzione?"
Questi giudizi sono universali in quanto derivano da un'esigenza insopprimibile del soggetto, il quale è portato a supporre la presenza di un fine o scopo nel mondo organico

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